lunedì 14 dicembre 2009

CONTRO IL CRITICO MEDIO

(VERSIONE PER ROMA)
Er critico medio entra' allo spettacolo e pensa de vede' già er genio.
Se lo 'mmagina da prima
e dopo esce contento:
se pavoneggia co' l'artri critici medi
e tutti felici torneno a casa.
Ma er critico medio che vede veramente? Nun lo sa nemmeno lui.
Racconta de magnificenze della tecnica,
immagini spettacolari
e soprattutto de retrointenzioni drammaturgiche ar limite della genialità.

Poi se la prenne co' uno che dice la verità e che lo sbugiarda
nun s'accorge che invece de pavoneggiasse
o de vede' co l'occhi più vicini ar pubblico
potrebbe guarda' in maniera più onesta gli spettacoli
senza senti' le voci amiche o de tendenza
così farebbe mejo ar teatro invece de pensa' a se!

Viva gli Scarpellini, i Porcheddu e i Capitta
e viva addirittura i Cordelli! (Guarda che me tocca di'!)


(VERSIONE PER IL RESTO D'ITALIA)
Il Critico medio entra a teatro pensando già di vedere il genio,
se lo immagina prima e dopo esce contento.
Si pavoneggia con gli altri critici medi e poi tutti insieme contenti tornano a casa.
Ma il critico medio veramente cosa vede? Non lo sa nemmeno lui!
Racconta le magnificenze della tecnica, le immagini spettacolari, e soprattutto le retrointezioni drammaturgiche al limite della genialità.
Poi se la prende con uno che dice la verità e lo sbugiarda!
Non si accorge che invece de pavoneggiarsi
o vedere con gli occhi più vicini al pubblico extra teatrale
potrebbe guardare le performance in maniera più onesta
senza sentire le voci amiche o quelle che vanno di moda
in questo modo farebbe meglio al teatro, invece che pensare a se stesso!

Viva Scarpellini, Porcheddu e Capitta!
Viva adiruttura Cordelli (Oddio cosa mi tocca dire!)

domenica 13 dicembre 2009

CAMBIO DI ROTTA - SPOSTO ER TIRO

(VERSIONE PER ROMA)
M'avete scritto in tanti, qui e su facebook,
che sembro Palomba
che so' troppo serio,
che me nasconno,
che giudico troppo e so' poco graffiante.

Risponno e cambio
Sembro Johnny? Beh lui fa 'nartra operazione, fa ride' e la gente nun lo prenne sur serio...
So' troppo serio? Forse sì e forse no, ma dico quello che penso...
Se volete ride' nun me leggete...
So' poco graffiante?
Beh ho graffiato quanno c'avevo da graffia'... Nun ho risparmiato nessuno, ma se Cosentino me sembra mejo de Made in Italy che ve devo fa'?
Devo parla' solo de chi nun m'è piaciuto?

E ORA I CAMBIAMENTI DA DU' DOMANDE VOSTRE

Giudico troppo?
Forse dovrei esse' più veloce
e nun giudica' ma vede' se il lavoro c'ha un senso pe' la compagnia, pe' er teatro e pe' er pubblico!
Ecco forse questo farò da ora!

Me Nasconno?
Prometto di dire er nome mio
se le cose cambieranno
Ora li critici
volenti o nolenti dicheno quello che devono di'
a meno che nun sei un nome
(e comunque anche così stai sur cazzo alla gente)
la maggior parte delle critiche negative so' costruite pe' di artro da
"fa schifo, er pubblico nun lo sopportava, ecc"
Ad esempio nessun critico s'è reso conto
che dopo l'urtimo spettacolo dei Muta Imago, er pubblico extra teatrale
che ora 'sti tizi accalappiano,
è uscito 'nacazzato, deluso, 'ndignato

Nessuno pensa a loro?
Beh allora avremo sempre più pubblico de registi, attori e critici
e meno pubblico vero!

MEJO ESSE' SENZA VOLTO E DILLA TUTTA

Dovrei esse' più cattivo co' l'artri critici e co' l'organizzatori de li festival che
co' l'artisti!!!


(VERSIONE PER IL RESTO D'ITALIA)
In tanti mi avete scritto, qui e su facebook, anche in privato:
sembro Palomba,
sono troppo serio,
mi nascondo,
giudico troppo
e sono poco graffiante.

Rispondo e sono pronto a cambiare.
Sembro Johnny? Beh lui fa un'altra operazione, fa ridere e la gente non lo prende sul serio...
Perciò sono troppo serio? Forse sì e forse no, ma dico ciò che penso...
Se volete ridere non mi leggete!
Sono poco graffiante?
Beh ho graffiato quando pensavo di dover graffaire.. Non ho risparmiato nessuno, ma se Cosentino è più completo di Made in Italy cosa dovevo fare?
Dovrei parlare solo di chi non mi è piaciuto?

E ORA I CAMBIAMENTI DA DUE VOSTRE DOMANDE

Giudico troppo?
Forse dovrei essere più sintetico
e non giudicare me vedere se il lavoro ha un senso per il teatro, il pubblico e la compagnia stessa.
Ecco questo lo farò da ora!


Mi Nascondo?
Prometto di dire il mio nome
se le cose cambieranno:
Ora i critici
volenti o nolenti dicono quello che sono costretti a dire
dagli editori e dalle amicizie.
Tutto questo tranne se non sei un critico affermato.
(e comunque anche così non sei visto in maniera positiva)
La maggior parte delle critiche negative sono costruite per raggirare il problema e non dire
"fa schifo, il pubblico non lo sopportava, ecc"
Ad esempio nessun critico si è reso conto
che dopo l'ultimo spettacolo dei Muta Imago, il pubblico extra teatrale
che ora questa compagnia richiama,
è uscito arrabbiato, deluso, indignato?

Nessuno pensa al pubblico?
Beh così avremo sempre più pubblico di registi, attori e critici
e meno pubblico vero!
Così si allontana la gente dal teatro!

MEGLIO ESSERE SENZA VOLTO E DIRE CIò CHE VA DETTO

Dovrei essere più cattivo ma con gli altri critici e con gli organizzatori dei festival e non con gli artisti!!!

sabato 5 dicembre 2009

CRISIKO / GLI OMINI



testo, regia, interpretazione de
Gli Omini (Riccardo Goretti, Francesco Rotelli, Luca Zacchini)

(VERSIONE PER ROMA)
Tre regazzini sur palco dall'inizio alla fine.
Cioé iniziano come bambini davvero e poi finiscono vecchi, ma loro, i tre attori so' tre regazzini che se divertono.
'Sto spettacolo c'ha 'n pregio: durante tutto lo spettacolo nun te rendi conto che la drammturgia fa cilecca da tutte le parti, che i tre attori ogni tanto fanno perdono la concentrazione, che le battute so' becere e la confusione regna sovrana!
Pe' tutto lo spettacolo, co' tutto che so' annato a fa' er critico, me so reso conto a 'n certo punto che me stavo a gode' lo spettacolo pe' quello che è, nun pensando a recensioni o cazzi vari.
Ora nun so' se se pò chiama' teatro o artro, ma che me frega?
Certo non sono fini registi, abili drammaturghi (metteno insieme un ber po' de cazzate che raccojeno tra la gente), o geniali innovatori, ma sono tre persone nude sur palco che stanno lì e che creano 'na bella atmosfera.
Poi se sanno venne bene e rischieno ner tempo de diventa' venditori come i Babilonia.
Appunto su la differenza tra loro e 'sti ultimi ce sarebbe da spenne du' righe.
Escono fori dalla stessa edizione de Scenario, ma loro nun hanno vinto gnente i Babilonia hanno vinto tutto er cucuzzaro: pe' 'na manifestazione come Scenario è giusto così, ora spetta ar pubblico vede' chi pò anna' avanti mejo

VOTO
Alla parte teatrale 6-- scritto co' 'a matita rossa
Ai tre 7 in condotta

ER LISCA

(VERSIONE PER IL RESTO D'ITALIA)
Tre ragazzini sul palco dall'inizio alla fine. Per la verità iniziano come bambini e finiscono per interpretare tre vecchi, ma loro, i tre attori sono tre ragazzini che si divertono a giocare.
Lo spettacolo ha un pregio enorme: durante tutto il tempo non ci si rede conto che la drammaturgia fa acqua da tutte le parti, che i tre attori non sono sempre concentrati, che le battute sono di bassa qualità e che il tutto è confusionario!
Durante lo spettacolo, con tutto che ero lì per esaminare la performance, mi sono reso conto verso la fine che mi stavo godendo quello che vedevo, non pensando al mio lavoro o ad altro.
Certo è che non sono fini registi o abili drammaturghi (mettono insieme molte cose prese qua e là dalla gente comune), o geniali innovatori, ma sono tre persone nude "on stage" che sono lì e creano una bella atmosfera.
Poi si sanno vendere bene e con il tempo potrebbero rischiare di diventare come i Babilonia da questo punto di vista.
Appunto sulla differenza tra queste due formazioni ci sarebbe da scrivere.
Tutte e due escono fuori dalla stessa edizione del Premio Scenario, ma gli Omini non furono nemmeno segnalati, mentre i Babilonia vinsero il Primo Premio: Ritengo che per una manifestazione del genere sia anche molto giusto, ma ora spetta al pubblico decidere chi seguire.

VOTO
Alla parte teatrale 6-- scritto con la matita rossa
Ai tre 7 in condotta

ER LISCA

giovedì 3 dicembre 2009

POP-UP. LA TERZA DIMENSIONE DEL LIBRO / TEATRO DELLE APPARIZIONI



POP-UP. LA TERZA DIMENSIONE DEL LIBRO
di Fabrizio Pallara e Dario Garofalo
regia e luci Fabrizio Pallara
con Dario Garofalo, Paola Calogero, Valerio Malorni



(VERSIONE PER ROMA)
Spesso come morti spettacoli der Pallara
sembra che 'l lavoro sia tanto pe' fallo
ma pare che a fonno nun ce vonno anna'.

Come funziona? Se chiede ar pubblico de porta' li libri, se pescano li libri e uno legge mentre due se moveno sulla scena.

Certo è che 'mprovvisa' su li libri presi dar pubblico nun è facile;
certo è che se a l'attori je levi puro la parola è un casino ancora deppiù.
Ma più che artro
sembra 'n esercizio de improvvisazione pe' 'n labboratorio de teatro pe' quelli che inizieno ora a fa' teatro.
E 'nvece ce sei venuto a Short Theatre a fa' sta cosa?
Carina e potrebbe pur'esse' simpatica, ma nun pare certo che ce sia 'na base de lavoro.
Se la volevi fa' bene, nun era mejo impara' o falla fa' a chi da anni fa i macht de 'mprovvisazione?
Nun se so' 'nventati gnente manco stavolta e l'hanno pure fatta male.

Nun ce se pò ferma' a di'"questo è uno spettacolo rischioso" e difendese co' 'ste parole.
Bisogna sape' mette in conto anche il rischio quanno se prepara 'no spettacolo, perché se più er cortello è affilato più bisogna esse' bravi a maneggiallo, sinnò nun lo tiro fori dar cassetto se nun so' in grado!

VOTO:
DU' LIBRI, MA NO PE' LEGGESELI, MA DA TIRAJE!

ER LISCA

(VERSIONE PER IL RESTO D'ITALIA)

Come in molti spettacoli di Fabrizio Pallara sembra che il lavoro sia abbandonato a metà, sia stato fatto così e sembra che non ci sia l'intento di portarlo a termine o di approfondirlo.

Come funziona lo spettacolo?
Si chiede al pubblico di venire con dei libri a teatro, si scengono dei libri e mentre un attore legge, due fanno dei movimenti che evocano quelle parole sulla scena.

Certo che non è facile improvvisare su libri presi a caso tra quelli del pubblico e certo è che se gli attori sono anche privi della parola le cose si complicano.
Ma per la verità il tutto non sembra uno spettacolo, ma un esercizio di improvvisazione che si fa nei laboratori teatrali con aspiranti attori alle prime armi.
E questa cosa viene presentata a Short Theatre?
Carina l'idea e anche simpatica, ma non sembra che ci sia una base di lavoro che la regga.
Ma per farla bene non era meglio studiarla o farla fare da quei gruppi che da anni fanno i macht di improvvisazione?
Niente di nuovo neanche questa volta e comunque fatta anche male.

E poi non ci si può fermare all'affermazione "questo è uno spettacolo rischioso" e difendersi con queste parole.
Bisogna saper mettere in conto anche il rischio quando si prepara uno spettacolo perché più il coltello è affilato e più bisogna essere bravi a maneggiarlo, altrimenti è bene non tirarlo fuori dal cassetto se non si è in grado di usarlo.

VOTO:
DUE LIBRI, MA NON DA LEGGERE, MA DA TIRAGLI ADDOSSO!
ER LISCA

martedì 1 dicembre 2009

MADE IN ITALY / BABILONIA TEATRI



MADE IN ITALY
produzione Babilonia Teatri e Operaestate Festival Veneto
di e con Valeria Raimondi ed Enrico Castellani
scene Babilonia Teatri/Gianni Volpe
costumi Babilonia Teatri/Franca Piccoli
luci e audio Ilaria dalle Donne
movimenti di scena Mauro Faccioli
foto di scena Marco Caselli Nirmal

luogo: Teatro India

(VERSIONE PER ROMA)
Beh! C'è da di' pe' prima cosa che rimani corpito da 'sto spettacolo!
Bene o male, rimani corpito.
Se sanno venne' e questo è chiaro, perché nun se so' 'nventati gnente, ma rimangono 'mpressi ner cervello.
Da tempo se dice de 'sto novo linguaggio de 'sti regazzetti e poi vado e vedo che hanno solo asciugato tutto.
Belle 'mmagini e bello er modo de facce vede' come è facile da racconta' 'st' Italietta.
Poi però tra di' che hanno 'nventato er novo linguaggio der teatro e vede due che parleno in sincrono
ce passa.
Devo di' però che 'sta cosa t' 'a ricordi quando esci da lì, oltre alla scena che se illumina de dietro e
er macchinista che chissà perché se traveste alla fine...
Ce stanno cose belle e cose appiccicate lì.
Parleno facendo la gnaggnera e nessuno se lamenta.
Parleno assieme e se sbajeno pure e nessuno se lamenta.
Dicono cose che pensamo e dimo da tempo senza approfondi' 'n cazzo e nessuno se lamenta.
Er lavoro de drammaturgia è montato come 'n puzzle e appiattito co' la pialla e nessuno se lamenta.
Er pubblico sortito dar teatro torna a casa cojonato e felice.
Magari è quer pubblico de sinistra che rideva con un po' de rabbia a la battuta de Moretti "di' qualcosa di sinistra"
ecco loro nun lo dicono proprio, anzi...
Beh bravi perché se sanno venne', sanno presenta' er lavoro ar massimo e ce fregano ner facce pensa' che ce sanno fa' e so' novi.
Mò però nun se 'nventamo anche che so' li mejo der cucuzzaro e li drammaturghi moderni.
So moderni ner venne. Ma tra er supermercato e er verduraro, le zucchine bone 'e trovo dar seconno!

VOTO:
'NA PIZZA MARGHERITA E DU' ZUCCHINE (poi ce facessero loro quello che vonno)

ER LISCA

(VERSIONE PER IL RESTO D'ITALIA)
Non c'è nulla da dire: nel bene o nel male, lo spettacolo colpisce.
Si sanno vendere bene, però non c'è una grande innovazione, anche se rimane molto impresso il loro lavoro.
Andato a teatro, spinto dalle voci del nuovo linguaggio di questi giovani ragazzi, scopro che hanno solo asciugato tutto.
Certo è che sono belle le immagini e anche come è facile raccontare i difetti dell'Italia.
Però tra un linguaggio innovativo e due ragazzi che parlano in sincrono ce ne passa.
Certo questo modo di esporre rimane nei ricordi dello spettatore all'uscita, insieme alla bella scena luminosa dietro di loro e
al macchinista che senza un vero e proprio motivo si traveste nel finale.
Cose belle e cose senza senso caratterizzano lo spettacolo.
Parlano cantinelando e nessuno si lamenta.
Si sbagliano parlando in sincrono e nessuno si lamenta.
Dicono concetti che pensiamo e che non sono certamente approfonditi e profondi e nessuno si lamenta.
Il lavoro di drammaturgia è montato semplicemente come un puzzle e volontariamente viene appiattito e nessuno si lamenta.
Il pubblico esce dal teatro felice e preso in giro.
Forse lo stesso pubblico di sinistra, che ha riso con un po' di rabbia alla celebre battuta di Moretti "di' qualcosa di sinistra",
non si accorge che loro proprio non lo fanno, anzi...
Bravi perché si sanno vendere e sanno presentare il lavoro al meglio. Mischiano le carte e ci fanno pensare che sono capaci e nuovi.
Ora però la critica non si inventi che sono innovativi, che sono i migliori (o vincitori) , che sono i drammaturghi del nuovo millennio.
Di moderno hanno la vendita, ma tra il supermercato e il negozio di frutta e verdura so che dal secondo trovo gli ortaggi freschi.

VOTO:
UNA PIZZA MARGHERITA E DUE ZUCCHINE (per qualsiasi uso loro gradiscano)

ER LISCA

lunedì 30 novembre 2009

ANTò LE MOMò /ANDREA COSENTINO


ANTO' LE MOMO'
avanspettacolo della crudeltà
di e con Andrea Cosentino
regia Andrea Virgilio Franceschi
consulenza drammaturgica Valentina Giacchetti
collaborazione artistica Antonio Silvagni
maschere Andrea Cosentino

luogo: Colosseo Nuovo Teatro

(VERSIONE PER ROMA)
Sotto er titolo mette 'e mani avanti: saranno tutti pezzetti messi qua e là,
ma 'n po' l'aveva fatto puro ne l'artri spettacoli? O me sbajo?
Li pezzetti so' messi bene e nun sembrano appiccicati a cazzo, anzi sembra che er cerchio torni!
Tutto funge, ce se diverte.
Er pupazzo de Artaud (o devo scrive' Artò?) pare vivo e Cosentino je fa da spalla.
Poi cerca de 'ncarcera' puro Dio. Cristosanto!
Cosentino da vecchia è fantastico: 'na mezza bicicletta diventa 'no strumento culinario e Beautiful prenne er posto de li racconti davanti ar camino. (Sembra di': "Ascanio becca e porta a casa!")
Come diceva Renzo Arbore 'a televisione diventa er novo focolare!
E doppo fa tv e lì se 'nventa da principio tutto: primi piani, linguaggio d' 'a tv, piani 'mericani e puro campo e controcampo.
Ma poi lo spettacolo crolla su 'a maschera de Purcinella che te racconta la strage de Erba.
Forse voleva fa' 'n artra cosa, ma lo spettacolo diventa retorico.
Se riprende co' i tre finali!
Ner complesso devo di' che m'è piaciuto!
Se nun ce fossero stati l'urtimi 15 minuti finali (esclusi li 3 finali), me poteva sembra' 'no spettacolo perfetto...
ma che devi fa'?
Forse la forza sua è quella de nun esse' perfetto!

VOTO:
5 LUNE AR POSTO DE LE STELLETTE (citando la prossima produzione) e un TAJO che darei ar finale
più 'na strizzata d'occhio a Cosentino che su facebook (primo artista che s'è amicato) me chiede tosto 'na recensione!

ER LISCA

(VERSIONE PER IL RESTO D'ITALIA)
Già il sottotitolo mette le mani avanti: sarà un melange di tante parti,
ma non già erano così alcuni suoi spettacoli precedenti?
I tanti ingredienti sono ben dosati e non sembrano messi insieme senza senso, anzi sembra che tutto torni!
Tutto funziona e lo spettatore si diverte.
Il pupazzo di Artaud (o dovremmo scrivere Artò parafrasando il titolo?) sembra vivo e Cosentino ne diventa addirittura la spalla.
Poi tenta di rinchiudere anche Dio. "Cristo!" verrebbe da esclamare.
Cosentino travestito da vecchia è fantastico: una porzione di bicicletta diviene un utensile da cucina e Beautiful prende il posto dei racconti davanti al caminetto. (Sembra dare una lezione ad Ascanio Celestini).
Come diceva R. Arbore: la televisione diventa il nuovo focolare!
In seguito fa tv e reinventa tutto: primi piani, linguaggio televisivo, piani americani e anche campo e controcampo.
Ma poi lo spettacolo crolla sulla maschera di Pulcinella che racconta la strage di Erba.
Forse alla ricerca di qualcosa di poetico, lo spettacolo diventa retorico.
Si riprende decisamente con i tre finali!
Nel complesso spettacolo molto bello e se non ci fossero stati gli ultimi 15 minuti (esclusi i 3 finali) poteva rasentare la perfezione.
Forse però la forza di Cosentino è proprio quella di non essere perfetto!

VOTO:
5 LUNE al posto delle stellette (citando così la sua prossima produzione) e UN TAGLIO da auspicare al finale
da aggiungere un occhiolino a Cosentino che su facebook (primo artista che ha accettato l'amicizia) mi ha chiesto in fretta una recensione!

ER LISCA

FRAMERATE-0 / SANTASANGRE



Framerate 0_primo esperimento
luogo: Fonderia 900 - Roma
produzione: Santasangre
ideazione: Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Pasquale Tricoci, Roberta Zanardo
partitura ed elaborazione del suono: Dario Salvagnini
elaborazione video dal vivo: Diana Arbib, Luca Briichi
elaborazioni 3D: Alessandro Rosa
co-produzione: Romaeuropa Festival, Centrale Fies
in collaborazione con Città di Ebla

(VERSIONE PER ROMA)
Boh! Bello, quello che se vede e se sente, ma poi 'ndo se arriva?
Vero è, nun c'è che di' che er bijetto s'è pagato poco.
Vero è, nun c'è che di' che l'avevano detto che era 'n prim' esperimento.
Vero è, nun c'è che di' che bello era bello...
Ma che me vojono racconta'? Che se dice?
Uno esce e chiacchiera de i Santasangre, quanto so' bravi, quanto so' fichi...
vabbè ma che c'avete fatto vede'?
Prima avemo aspettato e poi solo 'n pezzo de ghiaccio che sembra tanto fatto pe' er mojto de Hulk.
'Nsomma stavorta gnente! Ma devo di' un gnente fatto bbene!
Nun ce pijate pe' er culo, siete mejo de quello che stavorta avete fatto vede'!
Tutta corpa de 'a produzione sfrenata?

Boh!
VOTO:
IN SOSPENSIONE
e pesa più der calippo che c'avete propinato

ER LISCA

(VERSIONE PER IL RESTO D'ITALIA)
Mah! Belle le suggestioni sonore e visive, ma non sembra arrivare ad una soluzione o ad un pensiero...
Certo è pur vero che il biglietto era a buon mercato.
Certo è pur vero che era presentato come un primo esperimento.
Certo è pur vero che era comunque bello.
Ma questa volta cosa mi doveva arrivare?
All'uscita si parla dei Santasangre della loro bravura e dei lavori precedenti...
ma questa volta?
Un enorme pezzo di ghiaccio che si fa attendere e che sembra fatto apposta per il mojito di Hulk.
Questa volta buco nulla! Un nulla ben confezionato!
Ma non è il caso di prendere in giro il pubblico, sappiamo tutti che siete migliori della performance che abbiamo visto!
Tutta colpa dei ritmi di produzione?

Boh!
VOTO:
IN SOSPENSIONE
e pesa più del ghiacciolo che abbiamo visto!

Sì L'AMMORE NO (TEATRO INDIA)



Sì L'AMMORE NO
AMNESIA VIVACE / KATAKLISMA
uno spettacolo di e con: Daniele Timpano e Elvira Frosini
disegno luci : Dario Aggioli
registrazione audio a cura di : Marco Fumarola, Dario Aggioli, Lorenzo Letizia
produzione: amnesiA vivacE, Kataklisma, Arti Vive Festival
in collaborazione con: Consorzio Ubusettete

(VERSIONE PER ROMA)

Praticamente de notte semo entrati a vede' 'o spettacolo
Entramo e se vede 'n dinosauro 'nbocca ar pubblico e poi loro due sur fonno.
Tutto verde cor dinosauro roscio. Bello, ma poi?
Cascheno a tera co' 'na musica de quelle alla "che me voi di'?"
Già stavo a pensa' che rompimento de palle 'sto spettacolo, strano perché Timpano m'era pure piaciuto artre vorte!
E invece 'sto spettacolo se pija pe' er culo da solo. Ce se diverte...
Prima giocheno a fa' le ombre cinesi, poi se spojeno.
So' amanti che se 'nnamoreno, se sposeno e litigheno.
Divertente! La storia nun c'è, ma chissene!
Certo è che ce stanno de' momenti de lentezza che je spareresti! Magari facendolo cor tempo possono pure cambia'...
Artri momenti parleno veloci e forse puro troppo, ma ce sta...
Artri fanno 'n po' de gnagnera!
Troppe musiche e quarcuna ce la poteveno puro risparmia'.
Poi c'è er dibbattito e me so' divertito perché stavo de sopra e nun m'ha chiesto gnente... Er dibbattito finisce co' 'na voce reggistrata, che pare quella de Salvatore Marino, quello de Maschio 100x100: un cojone! Ma qui fa ride!
Poi s'ariva lisci fino alla fine: fanno er pugno chiuso tutt'e due e parte faccetta nera, mischiata co' Ramazzotti e 'a Pavone.
Forse l'hanno fatto perché a 'n certo punto, l'attrice dice che è 'no spettacolo sur fascismo d' a' visione de l'amore de l'omo...
Boh a me me pare che er fascismo c'entra come c'entreno tante artre cose, perché qui giocheno tanto e a vorte pure tanto bene co' li modi de di'.
Bravi
VOTO:
DU' SGANASSONI E TANTI AUGURI CHE PARE CHE VE SIETE SPOSATI

ER LISCA

(VERSIONE PER IL RESTO D'ITALIA)

Era praticamente notte quando siamo entrati a vedere lo spettacolo.
All'inizio si vedono un dinosauro in proscenio e i due attori sul fondo.
Tutto lo spazio è illuminato di verde, tranne il dinosauro che appare sotto una luce rossa. Bello, ma poi?
I due attori cadono a terra con un musica di quelle che ti fanno pensare a qualcosa di poco sensato.
Già stavo iniziando a pensare che lo spettacolo poteva essere un rompimento di scatole e la cosa mi sembrava strana, perché in altre performance, Timpano mi era piaciuto!
E invece, sorpresa: lo spettacolo si prende in giro da solo e lo spettatore si diverte.
Prima i due attori giocano con le ombre cinesi e poi si spogliano.
Prima sono amanti che si innamorano, si sposano e litigano.
Divertente! La storia però non c'è, ma questo qui non conta!
Certo ci sono dei momenti che non funzionano, quando sono molto lenti e lo spettatore vorrebbe scuoterli! Ma sembra più un problema di ritmo legato alle prime volte, che con il tempo potrà cambiare.
In altri momenti, invece, parlano molto veloci, al limite della comprensione. In altri i due attori cadono nella cantilena.
Nello spettacolo ci sono tante musiche, a volte troppe, forse qualcuna poteva essere evitata.
Ad un certo punto c'è il dibattito e mi sono forse divertito perché non ero coinvolto, ma solo spettatore. Il dibattito a sorpresa finisce con una voce registrata, che sembra quella di Salvatore Marino, quello del sito Maschio 100x100: un cretino! Ma in questo contesto fa molto ridere!
Poi si arriva velocemente verso la fine dove i due attori fanno il pugno chiuso e parte la melodia di "faccetta nera" missata con Rmazzotti e Rita Pavone (che già era presente nelle musiche dello spettacolo).
Forse questa scelta è stata fatta perché poco prima l'attrice ha dichiarato che lo spettacolo è incentrato sulla visione fascista dell'amore da parte dell'uomo.
A dire il vero il fascismo è una tematica come tante altre che vengono toccate durante lo spettacolo, nel quale giocano tanto e a volte anche bene con i cliché
Bravi!

VOTO:
DUE SCHIAFFI E TANTI AUGURI (sembra che i due attori si siano sposati veramente!)

ER LISCA

Prime critiche

(VERSIONE PER ROMA)

Ce staranno le prime critiche un po' sparse qua e là ner passato

inizio ora
c'ho un sacco de cose da di' da troppo tempo!

(VERSIONE PER IL RESTO D'ITALIA)

Posterò alcune critiche viste in giro per l'Italia e nel tempo

il blog parte ora
ma ho tante cose da dire da molto tempo

Chi sono? (versione per il resto dell'Italia)

Chi sono?

Sono l'unico critico che non ha padrone e nemmeno un nome.
In questo modo non posso essere ne pagato ne colpito.
Qui non troverete recensioni di spettacoli di amici di amici
o spettacoli che devono essere osannati, perché anche gli altri lo fanno.

Io ci vado pesante

Chi so'? (ver. per Romani)

Chi so'?

So' l'unico critico che nun c'ha padrone e neppuro er nome.
Così nun se po' paga' e nemmeno corpi'.
Si nun me volete legge, fate pure.
Qui nun troverete recensioni de spettacoli de amici de amici
o spettacoli che devono da esse osannati, perché puro l'artri lo fanno.

Io je do ggiù!