giovedì 3 dicembre 2009

POP-UP. LA TERZA DIMENSIONE DEL LIBRO / TEATRO DELLE APPARIZIONI



POP-UP. LA TERZA DIMENSIONE DEL LIBRO
di Fabrizio Pallara e Dario Garofalo
regia e luci Fabrizio Pallara
con Dario Garofalo, Paola Calogero, Valerio Malorni



(VERSIONE PER ROMA)
Spesso come morti spettacoli der Pallara
sembra che 'l lavoro sia tanto pe' fallo
ma pare che a fonno nun ce vonno anna'.

Come funziona? Se chiede ar pubblico de porta' li libri, se pescano li libri e uno legge mentre due se moveno sulla scena.

Certo è che 'mprovvisa' su li libri presi dar pubblico nun è facile;
certo è che se a l'attori je levi puro la parola è un casino ancora deppiù.
Ma più che artro
sembra 'n esercizio de improvvisazione pe' 'n labboratorio de teatro pe' quelli che inizieno ora a fa' teatro.
E 'nvece ce sei venuto a Short Theatre a fa' sta cosa?
Carina e potrebbe pur'esse' simpatica, ma nun pare certo che ce sia 'na base de lavoro.
Se la volevi fa' bene, nun era mejo impara' o falla fa' a chi da anni fa i macht de 'mprovvisazione?
Nun se so' 'nventati gnente manco stavolta e l'hanno pure fatta male.

Nun ce se pò ferma' a di'"questo è uno spettacolo rischioso" e difendese co' 'ste parole.
Bisogna sape' mette in conto anche il rischio quanno se prepara 'no spettacolo, perché se più er cortello è affilato più bisogna esse' bravi a maneggiallo, sinnò nun lo tiro fori dar cassetto se nun so' in grado!

VOTO:
DU' LIBRI, MA NO PE' LEGGESELI, MA DA TIRAJE!

ER LISCA

(VERSIONE PER IL RESTO D'ITALIA)

Come in molti spettacoli di Fabrizio Pallara sembra che il lavoro sia abbandonato a metà, sia stato fatto così e sembra che non ci sia l'intento di portarlo a termine o di approfondirlo.

Come funziona lo spettacolo?
Si chiede al pubblico di venire con dei libri a teatro, si scengono dei libri e mentre un attore legge, due fanno dei movimenti che evocano quelle parole sulla scena.

Certo che non è facile improvvisare su libri presi a caso tra quelli del pubblico e certo è che se gli attori sono anche privi della parola le cose si complicano.
Ma per la verità il tutto non sembra uno spettacolo, ma un esercizio di improvvisazione che si fa nei laboratori teatrali con aspiranti attori alle prime armi.
E questa cosa viene presentata a Short Theatre?
Carina l'idea e anche simpatica, ma non sembra che ci sia una base di lavoro che la regga.
Ma per farla bene non era meglio studiarla o farla fare da quei gruppi che da anni fanno i macht di improvvisazione?
Niente di nuovo neanche questa volta e comunque fatta anche male.

E poi non ci si può fermare all'affermazione "questo è uno spettacolo rischioso" e difendersi con queste parole.
Bisogna saper mettere in conto anche il rischio quando si prepara uno spettacolo perché più il coltello è affilato e più bisogna essere bravi a maneggiarlo, altrimenti è bene non tirarlo fuori dal cassetto se non si è in grado di usarlo.

VOTO:
DUE LIBRI, MA NON DA LEGGERE, MA DA TIRAGLI ADDOSSO!
ER LISCA

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